Parrucchiera a domicilio? Sì, grazie! Ma come diventare una professionista e lavorare in regola? Vediamolo insieme!
Risparmiare sui soldi dell’affitto e crearsi un proprio portfolio di clienti si può? Scopriamo insieme i vantaggi di diventare una parrucchiera che lavora a domicilio!
Tecnicamente, per “lavoro a domicilio” si intende al domicilio del lavoratore, è dunque quella forma di lavoro subordinato nella quale la prestazione lavorativa non è effettuata in azienda, ma in locali resi disponibili dal lavoratore stesso. Non necessariamente l’abitazione personale, anche se sovente è così. Attrezzature e materie prime, in questo caso, sono fornite dal datore di lavoro.
Se si vuole essere padrone di sé stesse, senza rapporti subordinati, ma con partita IVA regolare, ci si può rifare agli art. 2-c. 3 della L. 174/2005:
L’attività di acconciatore può essere svolta anche presso il domicilio dell’esercente ovvero presso la sede designata dal cliente, nel rispetto dei criteri stabiliti dalle leggi e dai regolamenti regionali. È fatta salva la possibilità di esercitare l’attività di acconciatore nei luoghi di cura o di riabilitazione, di detenzione e nelle caserme o in altri luoghi per i quali siano stipulate convenzioni con pubbliche amministrazioni.
In questo caso, si necessita di autorizzazione comunale:
L’esercizio dell’attività di acconciatore è soggetto ad autorizzazione concessa con provvedimento del comune, previo accertamento del possesso dell’abilitazione professionale di cui all’articolo 3 nonché in osservanza delle vigenti norme sanitarie.
Si deve dunque contattare il Comune di riferimento per valutare se tale autorizzazione è permessa, dopodiché se c’è una sorta di documentazione sostituitiva all’abilitazione SCIA.